Sentiero delle Espressioni e Sasso Gordona

Ogni stagione porta con sé la bellezza della propria unicità, una ricchezza inimitabile di atmosfere emozionali impreziosite da profumi e colori, unici nella loro natura. Ognuna ha la propria peculiarità, firma, impressione che lascia una traccia indelebile, ma allo stesso tempo effimera, volubile, incline al cambiamento. Mutamento, dinamismo, evoluzione portano con sé la novità, condizione dell’essere nuovo, diverso, originale, insolito e singolare. Caratteristiche della bellezza di ogni stagione, unicità in continua trasformazione.

Ottobre non è un mese, è il mese autunnale per antonomasia, è l’Autunno per eccellenza. Dalle quote più alte sulle Alpi, a quelle più basse in pianura, tutte le piante muovono i propri passi verso il cambiamento. Alcune più velocemente di altre, alcune più lentamente fra tutte, tutte camminano o corrono in un’unica direzione, l’Inverno. I colori statici dell’Estate mutano, evolvono, virano verso tonalità calde dei rossi, gialli, arancioni e marroni sul finire. Le foglie, somma espressione della pianta, descrivono attraverso colori e profumi i tratti dell’ambiente in cui vivono, disegnano la forma di quel luogo, ne fotografano il carattere.

Esprimere emozioni o emozionarsi con le espressioni, o entrambe. Quando vidi il Sentiero delle Espressioni e scoprii le sue emozioni, capii che dovevo tornare in una stagione particolare, l’Autunno. Nella mia mente turbinava l’immagine delle sculture lignee immerse nel foliage, anziché fra rami rigogliosamente verdi o esiguamente grigi. La fotografia nella mia mente era una sola e doveva essere ritratta nuovamente, ma con una rappresentazione per eccellenza, coi caldi colori autunnali.

Il foliage non lo troviamo scritto sul calendario come i Santi, né tantomeno segue l’inclinazione della Luna. La sua manifestazione dipende dalle scelte irrazionali dei cambiamenti climatici che ne determinano l’espressione. Anticipata o posticipata che sia, ogni anno cade in giorni differenti, l’unica certezza è l’arco temporale del mese di Ottobre, in teoria.
Anno 2021, Ottobre, ultimo weekend del mese, in alta montagna i larici sono alla massima espressione del giallo, sui pendii minori faggi, aceri e betulle tingono gli ambienti di rosso, marrone e giallo, a quote più basse i verdi divengono un ricordo passato virando le livree epigee verso tinte più calde. Il giorno è arrivato, il giorno per emozionarsi nuovamente lungo il Sentiero delle Espressioni.

Il Sentiero delle Espressioni è un percorso artistico immerso nel bosco. Detta così diviene banale, poco interessante e apparentemente non appetibile. Descriverlo con parole a profusione, come l’introduzione a questo racconto, non può rendere giustizia quanto le immagini a seguire che, allo stesso tempo, non hanno la capacità di trasmettere le stesse emozioni del luogo.
Grazie al progetto congiunto fra ERSAF, Comune di Schignano e l’Associazione M.A.SCH.E.R.A. (nota per il tradizionale carnevale) è nata una galleria d’arte a cielo aperto, d’opere scultoree dalle diverse fattezze, aperta al pubblico senza orari o date, di perenne durata in relazione all’esauribile vita del legno in un ambiente in continuo cambiamento.

Autunno, foliage, foglie rosse, arancioni, gialle e marroni. Sculture in legno create da abili intagliatori, forme, espressioni, anime e ritratti d’arte, reale, fantasiosa, astratta o lugubre. Un bosco, faggi, aceri, betulle e abeti, fra le varietà più caratterizzanti. Una valle, pendii verso Sud, Ovest o Nord. Un cielo grigio uniforme, plumbeo a racchiudere tutto. Un luogo, il paese di Schignano sito in Valle d’Intelvi, in provincia di Como.

In frazione Posa, nel comune di Schignano, si può parcheggiare lungo la via principale, l’unica, che porta al termine del borgo montano. Qui ci sono due possibilità, il minutissimo parcheggio al termine della strada o lungo la strada stessa.
La segnaletica verticale indica la direzione, a sinistra, in salita, lungo una carrareccia cementata dapprima, sterrata poi.

Frazione di Posa, le indicazioni per il Sentiero delle Espressioni

La via si tuffa immediatamente nel bosco di latifoglie, principalmente faggi, aceri e qualche castagno. Sale dolcemente nella prima parte, un pizzico più pendente nella seconda ove diviene mulattiera.
Alpe Nava è il vero punto di partenza del Sentiero delle Espressioni. Alcune costruzioni dall’intonaco rossiccio, sbiaditamente scolorito, svogliatamente vivace, sono sparpagliate lungo i pianori e dolci pendii erbosi dell’alpeggio.

Tipico edificio rossastro presso l’Alpe Nava
Foliage del bosco in Valle d’Intelvi
Foliage del bosco in Valle d’Intelvi
Foliage del bosco in Valle d’Intelvi

L’ingresso alla galleria d’arte è aperto, d’ora in avanti inizia un mondo nuovo, magico.
La mulattiera diviene ben presto sentiero nel punto in cui entra nel bosco. Lasciando i verdeggianti prati alle spalle, la via sale più decisa puntando verso Alpe Comana.
Seguire i segnalini gialli e quadrati è l’unica direzione, sbagliare non si può.

Segnalino giallo del Sentiero delle Espressioni

Le sculture sono disseminate lungo il sentiero, alcune ben visibili, altre meno. E’ necessario aguzzare la vista a ogni passo, possono nascondersi dietro una curva o un grosso tronco.
Il sentiero sale zigzagando, scosceso e sdrucciolevole in alcuni tratti o saldo con scale incastonate nel terreno in altri. Niente di difficoltoso, ma in caso di terra umida è necessario prestare attenzione a non scivolare come fece il qui presente l’anno precedente, con le chiappe rovinosamente spiattellate sul duro suolo.

Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni

Alpe Comana è la tappa successiva. Gli edifici, dall’intonaco sbiaditamente rossiccio, sono acciambellati ai piedi di grossi faggi che ne adombrano i tetti. Alcune galline razzolano fra le attrezzature agricole dimenticate nell’aia, un malinconico trattore di plastica colorata è tristemente dimenticato da un bambino, la desolazione esterna è malinconica quanto il grigio cielo di fredde nuvole.
Il silenzio è rotto dai passi sulle scricchiolanti foglie di faggio cosparse lungo il sentiero.

L’aia dell’Alpe Comana

Il nostro errore, da non commettere, è di sbagliare strada. Abbiamo dimenticato di riguardare la cartina relativa al percorso e, seguendo la memoria dell’anno precedente, abbiamo puntato alla dirimpettaia boscosa cresta sommitale dei monti, ove il proseguimento del Sentiero delle Espressioni riprende il cammino.
La corretta direzione è opposta, ovvero è necessario seguire il sentiero che tiene la sinistra degli edifici. Questo continua poi, a parabola, fino ad giungere infine alla cresta appena citata.
Alla prossima occasione, rimedieremo allo sbaglio per andare alla scoperta delle sculture mancanti. Un vero peccato.

Alpe Comana

In cresta, si continua a seguire le indicazioni gialle che portano il visitatore lungo il percorso d’arte intarsiata.

Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni

Lungo il sentiero in linea di cresta si passa dal Roccolo del Messo (antica struttura venatoria in cui venivano catturati gli uccelli e ristrutturata perfettamente dall’ERSAF) per entrare poi in un’ombrosa abetaia.

Roccolo del Messo

La dicitura “Tutto quello che vuoi è dall’altra parte della paura” apre le porte ai tetri toni scuri del bosco.

Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni
Sentiero delle Espressioni

Alcune spruzzate di colore rompono il teatrale silenzio dell’ombra, un faggio dipinto di arancio e giallo spezza i verdi scuri dell’abetaia.

Foliage nell’abetaia del Monte di Binate

Il traverso boscoso sotto il Monte di Binate porta alla Colma di Binate, si apre un nuovo paesaggio. Un esiguo gruppetto di edifici, ristrutturati o decadenti, è appoggiato sulla morbida cresta erbosa che sovrasta Valle d’Intelvi a Nord (Italia) e Valle di Rema a Sud (Svizzera). Poco lontano, la cima del Sasso Gordona sonnecchia sotto una fredda coperta di grigi nubi.

Foliage lungo i pendii del Sasso Gordona
Sentiero delle Espressioni

Nel borgo di Colma di Binate si trova un’antica nevera, una obsoleta ghiacciaia. La nevera ha una struttura circolare e una scala a chiocciola che segue i muri dell’edificio fino al pavimento basale. Veniva usata per mantenere freschi gli alimenti, in montagna principalmente per conservare il latte appena munto. Nella nevera veniva introdotta la neve che, accumulandosi sul fondo, diveniva un unico blocco di ghiaccio, questo, durante la stagione calda, permetteva di mantenere temperature fresche all’interno di questo particolare edificio.

Nevera a Colma di Binate
Dettaglio del borgo di Colma di Binate
Dettaglio del borgo di Colma di Binate

La Valle di Rema è completamente ammantata di colori autunnali, felci, betulle e faggi sul finire. In lontananza il bramito di un cervo maschio echeggia fra le sponde montane spezzando la delicatezza del silenzio.

Foliage in Valle di Rema

Località Crocette è un altro piccolo borgo che si incontra lungo il cammino. Questo è posto sulla Colma di Schignano, altro avvallamento erboso lungo la cresta che collega Monte di Binate a Sasso Gordona.
Il Sentiero delle Espressioni riprende il cammino lungo una carrareccia sterrata immersa nel bosco. Il tema artistico devia dalla fantasia e magia delle sculture precedenti, per divenire un omaggio a ricordo della Grande Guerra. Il motivo della scelta è semplice: Sasso Gordona è stato sfruttato come punto strategico durante la Prima Guerra Mondiale per inserirlo nella Linea Cadorna, a difesa dall’eventuale invasore. Bunker e trincee ne hanno caratterizzato radicalmente la morfologia.

Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra
Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra
Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra
Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra
Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra
Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra

Il termine della seconda parte del Sentiero delle Espressioni è in prossimità della prima fortificazione militare.
A questo punto si possono seguire due strade: un sentiero che porta alla cima del Sasso Gordona passando dalle costruzioni difensive e una mulattiera diretta al vicino Rifugio Prabello. In entrambe i casi è possibile tornare a questo bivio percorrendo l’altra via e chiudendo il cerchio.
Raggiungere la cima del Sasso Gordona non è difficile, ma bisogna prestare molta attenzione perché il sentiero è impervio ed esposto negli ultimi metri di vetta. Niente di difficoltoso o impossibile, ma è necessario fare attenzione soprattutto per chi non è esperto di montagna.
Raggiungere il Rifugio Prabello è semplice, piacevole e rilassante. Discesa prima, piano nel mentre, dolce risalita sul finire.

L’anno passato scegliemmo di salire prima al Sasso Gordona per scendere poi al Rifugio Prabello, infine tornare indietro lungo il sentiero meridionale del monte. Un piccolo appunto, la discesa dalla cima verso il rifugio si era rivelata difficoltosa in quanto la traccia era viscida e scivolosa a causa dell’umidità del terreno. A questo giro, invertiamo il senso di marcia per facilitare l’ascesa.

Seguendo la mulattiera si raggiunge il Rifugio Prabello in circa 20-30 minuti di tranquilla camminata.
La terza colma, innominata, incastonata fra il monte Poncione di Cabbio e Sasso Gordona, è pacificamente desolata. Alcuni edifici di fattura novecentesca fanno compagnia a una nevera accerchiata dalle ortiche. I prati sono silenziosi come il vicino bosco di larici, svogliatamente ingialliti.

Nevera nei pressi del Rifugio Prabello

Focaccia come pranzo sull’uscio di un edificio barricato, torta di mele e zenzero e un caldo caffè all’interno dell’accogliente rifugio. Il menù è da leccarsi i baffi (polenta uncia, pizzoccheri e altre leccornie), rimandiamo il pranzetto per un prossima visita.

Il nuovo sentiero da percorrere punta diretto al Sasso Gordona, alla riscoperta di bunker e trincee. La traccia è umida e scivolosa, ma affrontarla in salita permette di scaricare il peso sulle suole degli scarponi, quindi non slittare a valle. Questa via, rispetto all’altra, è forse più impegnativa e difficoltosa, ma prestando la dovuta attenzione è agevolmente superabile.
Sbirciamo nelle trincee, negli anfratti scavati nella nuda roccia e lungo gli avamposti d’osservazione. In 30 minuti di scoperte si giunge in vetta, 1.410 m s.l.m.
La vista è maestosamente celata dalle alte nubi e dalle basse nebbie. Intravediamo cime conosciute come il Resegone, le Grigne, il Monte San Primo, il Monte Legnone e il Monte di Tremezzo. Il resto è grigio su grigio.

Faggio in veste autunnale
Trincea sul Sasso Gordona
Avamposto militare sul Sasso Gordona
Bunker sul Sasso Gordona
Bunker sul Sasso Gordona
Trincea sul Sasso Gordona
Bunker sul Sasso Gordona

Scendendo dal sentiero opposto si raggiungono altri appostamenti, bunker e trincee. Infine, si ritrova il bivio iniziale ove termina il Sentiero delle Espressioni dedicato alla Grande Guerra.
Per non percorrere nuovamente tutto il sentiero dell’andata, basta tornare in località Crocette e prendere la strada sterrata in discesa sulla sinistra. Questa punta direttamente alla frazione Posa tramite una carrareccia in perenne discesa, ampia, semplice e facilmente percorribile.


4 risposte a "Sentiero delle Espressioni e Sasso Gordona"

  1. Io ho letto un articolo che parlava di questo sentiero, ed ero curiosa di andarci, un giorno. Dopo aver letto quanto tu hai scritto, e dopo aver visto le tue splendide fotografie, direi che appena posso…corro. Grazie . Sabrina e c.

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